La madre è colei che accompagna il bambino nel mondo e che gli rimanda il primo sguardo su di sé, importante nella costruzione del proprio senso di identità.
“Dove c’è un bambino vi sono anche delle cure materne che lo tengono in vita”.
Con queste parole lo psicanalista inglese Winnicott sintetizza il suo pensiero riguardante lo sviluppo psichico e fisico del bambino.
È importante quindi considerare il ruolo della madre come centrale per la crescita: a lei spetta il compito di fornire gli strumenti necessari al neonato per seguire l’evoluzione e la maturazione cui egli è geneticamente predisposto. E’ possibile pertanto affermare che la madre è insostituibile e primaria per lo sviluppo e l’emancipazione del proprio bambino, infatti, grazie alla sua sensibilità, precede, interpreta e fronteggia efficacemente i bisogni del figlio favorendo le condizioni necessarie al suo sviluppo fisico e psicologico.
La figura materna è, quindi, il modello cui fare riferimento nella fase di crescita e che dominerà un intero percorso di vita. La relazione con una madre fornisce e nutre la base per il copione relazionale che si ripeterà in diversi contesti, soprattutto quello con il partner scelto.
Il figlio si identifica attraverso lo specchio della madre, ma attenzione, un rapporto materno eccessivamente invischiante, potrà portare a un futuro rapporto relazionale disfunzionale.
I bambini si giudicano attraverso gli occhi della madre e da questo sguardo attingono gli elementi per costruire la loro autostima.
Se tu mi vuoi bene, io mi voglio bene. Se tu mi vedi bello, io sono bello. Una carenza affettiva o un eccessivo invischiamento, quindi, in questa relazione porteranno a percepirsi come non sufficientemente degni d’amore: come brutti, insicuri e immeritevoli. Questo timore, se radicato nel tempo, condurrà a un circolo vizioso di continua conferma esterna sulle qualità e doti possedute.
Il bambino prova amore incondizionato per la madre e, prima di comprendere e riuscire ad “incolparla” per qualsiasi torto subito, incolpa sé stesso.
La Madre Nera.
La madre nera è una persona molto negativa. La madre nera rimugina in continuo sulle ingiustizie subite nella vita e, inconsciamente, vorrebbe che i propri figli subissero la stessa sua sorte. In genere questa mamma tende a spezzare ogni iniziativa dei figli. Li critica continuamente e giudica il loro operato anche quando ottengono dei successi.
I figli crescono sentendosi sempre inadeguati. In età adulta possono sviluppare la consapevolezza di non essere mai stati davvero amati.
Un bambino non può capire i comportamenti o le motivazioni della madre. Avverte l’avversità, subisce gli atteggiamenti materni, ma finisce per colpevolizzare se stesso. Il bambino, quindi, crescerà con forti insicurezze. La cosa più triste è che, talvolta, un adulto cresciuto con una madre negativa, anche se ha una vita di successo, potrebbe continuare a vivere con un velo di tristezza non avendo sviluppato il concetto di appagamento.
La Madre Vittima.
Come la madre nera, anche la madre vittima ama lamentarsi, ma a sua differenza non scredita l’operato dei figli. La madre vittima reputa la sua esistenza come una sconfitta e aspetta che qualcuno la salvi. I figli, spesso, la considerano una “povera sfortunata” e nutrono per lei tenerezza e compassione.
Quando la figura della madre vittima s’interseca con quella della madre totale, in casa è il dramma: la “madre piovra vittima” aspetta che siano i figli a salvarla!
Se sei cresciuta/o con una madre vittima, non hai mai ricevuto la giusta protezione e fin da bambina/o hai cercato di comportarti da adulta/o per consolare e proteggere tua madre.
La madre vittima pone i figli in una pessima posizione: si aspetta che i bambini non le creino mai problemi e, una volta cresciuti, vorrebbe che fossero loro a proteggerla e aiutarla.
Tra i bambini e la madre vittima si instaura un rapporto anomalo in cui il ruolo del genitore è ricoperto dal figlio che tenterà a dare le rassicurazioni necessarie alla madre…., ma qualsiasi rassicurazione non basterà perché la madre non smetterà mai di chiedere.
La Madre Narcisista.
La mamma narcisista vede i figli come un’estensione del proprio sé, quindi come qualcosa di cui vantarsi e da sfoggiare nelle belle occasioni.
La mamma narcisista si aspetta che il figlio intraprenda strade di gloria e successo, ma strade che non è stato il figlio a scegliere. La madre narcisista, infatti, preclude al figlio ogni scelta. Priva il figlio della sua identità e anche del suo diritto di essere diverso da come la mamma lo vuole!
Se sei cresciuta/o con una mamma narcisista, avrai imparato che l’amore è condizionato e da qui avrai sviluppato a tua volta una profonda ferita narcisistica. Purtroppo non sarai capace di scegliere ciò che davvero ti piace, ma farai ogni scelta basandoti su ciò che è meglio per trasmettere un’immagine di successo.
In genere la figlia femmina reagirà in modo passivo, sviluppando una spiccata sindrome abbandonica. Il figlio maschio reagirà in modo reattivo sviluppando a sua volta un disturbo narcisistico.
L’idea di sé, per chi è cresciuto con una mamma narcisista, è del tutto mutevole perché dipende dall’opinione degli altri.
La Madre Istrionica.
La madre istrionica è un pesante fardello da portare per il figlio. Il bambino si ritrova senza nessuna protezione (come il figlio di una madre vittima), ma in più arriverà a vergognarsi di sua madre (e per questo si sentirà in colpa).
La madre istrionica ama attirare attenzioni su di sé.
Il figlio potrebbe provare vergogna ad uscire in strada con la madre.
Perché?
Perché si sente messo in “ridicolo” per gli atteggiamenti della madre.
Una mamma istrionica vuole apparire più giovane e per questo potrebbe arrivare a chiedere al figlio di essere chiamata per nome e non con l’appellativo “mamma”. Chi cresce con una mamma istrionica vive nella vergogna.
La Madre Depressa.
Anche in questo caso il bambino cresce senza sentirsi protetto. Una madre depressa, al contrario di una “madre vittima” non cerca di strumentalizzare il suo malessere per legare indissolubilmente a sé i figli.
Questo lo scenario! Anche se per certi aspetti, ha meccanismi simili, presenta cause del tutto diverse.
Se sei cresciuta/o con una mamma depressa, probabilmente, ti sarai sentita/o abbandonata/o, superflua/o, non abbastanza importante per fare la differenza nella vita di tua madre. Ancora oggi, da adulta/o, potresti portarti dentro un senso di inutilità.
La madre depressa non è in grado di trasmettere ai figli il giusto entusiasmo per la vita, così potranno crescere apatici, senza passioni e con un senso scialbo per la vita.
Può accadere che il figlio diventi precocemente adulto per aiutare la madre o che, al contrario, rimanga dipendente da lei diventando adulto, ma estremamente immaturo da un punto di vista emotivo.
Mamma e figlio Maschio!!!
La relazione che lega “madre-figlio” è così intensa che, a volte, scattano modellamento e manipolazione della vita affettiva. Un rapporto legato proprio all’attrazione dei sessi contrari. È una situazione del tutto naturale e biologica che innesta nella relazione un comportamento seduttivo da parte della madre, accolto con piacere dal figlio che lo legge come una presenza costante.
Le esperienze infantili rivestono un ruolo vitale per il sano sviluppo della personalità. Una madre attenta a percepire emozioni, bisogni, sogni del figlio, gli assicura la libertà di crescere con una spiccata individualità. Ma non sempre ciò accade.
In ogni donna, infatti, possono convivere diversi tipi di madre.
Madre Iperprotettiva:
È quella che cerca di prolungare il più possibile il legame col figlio, anche a costo di ingrandire o inventarsi pericoli, non ultimo quello di "perdere" l’amore della mamma. Oppure conforta il figlio continuamente o lo riempie di attenzioni. Il risultato sarà quello di disorientarlo sui ruoli reciproci e di farlo crescere tra l'ansia e i sensi di colpa. Da adulto, avrà non poche difficoltà a lasciarsi andare nelle relazioni affettive.
Madre Adorante:
È quella che ammira il figlio sul quale proietta il suo ideale maschile. Questa ammirazione continua, genera una grande forza capace di innescare nel figlio una profonda sicurezza in sé che gli permetterà di affrontare le sfide della vita.
Il figlio andrà alla ricerca di una compagna che lo ammiri continuamente. Naturalmente in una sana relazione, questo non è possibile, né è corretto, così l'uomo rimarrà perennemente insoddisfatto e facilmente passerà da una relazione all'altra.
Madre Fredda e Distaccata:
È quella che, vive nel timore di sbagliare e di fare soffrire suo figlio. Sarà complicato per il figlio decodificare l’insicurezza nascosta nel comportamento di sua madre e si sentirà amato poco e male.
Da adulto avrà una visione cinica dell’amore, della sessualità e nel rapporto con la partner, riproponendo con la compagna la stessa freddezza e distanza vissute con la madre.
Madre Castratrice:
Dominatrice, autoritaria, pretende che tutto vada secondo le sue parole e i suoi desideri. In ogni momento, in modo più o meno velato, ricorda a suo figlio che è lei a decidere tutto e ad avere sempre ragione. Diventati uomini, i figli tenderanno a ricreare con la donna la stessa relazione dominante – dominato. Se si sentiranno attaccati nella loro mascolinità, potrebbero rinchiudersi in sé stessi, diventare passivi e sviluppare disturbi o disadattamenti. Oppure potrebbero diventare violenti, verbalmente o fisicamente, vendicandosi così di tutte le umiliazioni subite dalla madre.
“La madre sufficientemente buona”
È quella che, prima di tutto, è capace di lasciare libero il figlio di fare le proprie scelte, di realizzare, i propri sogni, di fare esperienze, libero anche di sbagliare. È quella che sa ascoltare senza giudicare, interpretare, indagare, sa dire di no quando occorre. Ama il figlio senza impedirgli di amare la donna che sceglierà come compagna. È quella che sa invecchiare pensando al suo benessere e a quello della famiglia. Le sue fonti di piacere sono varie, i figli non sono la sua unica ragione d’essere.
Questa madre è quella che permetterà al figlio di diventare un uomo sicuro di sé, di stare bene nella sua mascolinità, di sentirsi a proprio agio con le donne e di costruirsi sane relazioni
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