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Chi Trova un amico trova un Tesoro!

  • Immagine del redattore: Doriana Elia
    Doriana Elia
  • 2 giu 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 3 giu 2021

Le amicizie di un uomo sono una delle migliori misure del suo valore. (Charles Darwin)


L’amicizia fa parte del ciclo di vita di ogni persona, dall’infanzia all’adolescenza, fino ad arrivare alla vita adulta e alla vecchiaia. Come l’essere umano, anche il modo di fare amicizia si modifica con il tempo e con l’avanzare degli anni. In psicologia dell’amicizia, dunque, capire cos’è l’amicizia vuol dire esaminare le varie fasi della vita.


Come nasce l’amicizia: infanzia e adolescenza.





Prendiamo l’infanzia, è uno dei momenti più belli e forse più innocenti della nostra esistenza. Le relazioni amicali non sono altro che relazioni “di gioco”, del giusto o sbagliato. Tu giochi con me? Bene, mi sei amico. Tu non giochi con me? Non mi sei amico, ma ti darò comunque una seconda opportunità in futuro.


Nell’infanzia l’amicizia è vera, perché il pensiero, il dubbio e la mente devono ancora svilupparsi del tutto. Un bambino è davvero quel che appare, perché non dispone di nessun sotterfugio razionale. Ancora non è capace di tradire un amico e forse proprio per questo la sua è un tipo di amicizia sincera, onesta e, al contempo, diretta.

Cosa un po’ diversa accade nel periodo successivo della vita, quello dell’adolescenza, vera e propria palestra dell’amicizia. Subentrano il pensiero, la razionalità, i primi amori: l’amicizia deve lottare per esistere tra perdono e tradimento, sempre lì in agguato a metterla a repentaglio.


In psicologia dell’amicizia, il periodo dell’adolescenza è fondamentale, poiché rappresenta la base o il prototipo di tutte le relazioni amicali adulte. E’ in adolescenza che prendono avvio quelle relazioni d’amicizia storiche, destinate a durare per tutto il resto della nostra vita. Sto parlando dei nostri migliori amici, quelli di sempre, quelli con cui ti sentirai sempre “a casa”.


In adolescenza, infatti, si è immersi in un grande caos fisico e psicologico e gli amici rappresentano una componente basilare affinché il processo di costruzione identitaria venga compiuto con successo. Rappresentano una spinta ulteriore per la nostra resilienza e anti fragilità. In questo periodo della vita così delicato, gli amici, in un certo senso, diventano la nostra seconda famiglia che ci accompagnerà, a volte, fino alla vecchiaia.


Dunque, che cos’è l’amicizia?


Nell’amicizia ci sono tre fasi d’evoluzione. In una prima fase vi è l’incontro, quindi la reciproca conoscenza. E’ una fase condivisa con l’amore, in cui ci si studia e ci si avvicina. In una seconda fase “ci si riconosce”, diventando complici. In seguito, l’amicizia si svilupperà ed evolverà diventando più intima e confidenziale.


Come allora coltivare le amicizie?


Ecco ciò che alcune delle più recenti ricerche hanno da dire a riguardo…


1) Dedicate loro del tempo

Daniel Hruschka ha condotto alcuni studi sulle più comuni cause di conflitto tra amici scoprendo che le discussioni più comuni riguardano la gestione del tempo. Trascorrere del tempo con qualcuno è il segnale più importante che lo si apprezza.


2) Fate cose insieme

Non è una novità che gli amici ci rendono felici, ma Meliksah Demir, professoressa alla Northern Arizona University, ha approfondito l’argomento fino a rivelare esattamente cosa dell’amicizia scalda i nostri cuori. La professoressa ha scoperto che la compagnia, dunque semplicemente il fare le cose insieme, è la componente dell’amicizia che rende più felici. E la ragione per cui gli amici ci rendono felici, ha concluso la Demir, è che ci fanno sentire che a loro importa di noi.


3) Prossimità fisica e familiarità

La prossimità fisica è uno dei più potenti fattori di amicizia, più importante di avere dei caratteri simili. La ricerca dimostra che gli amici non hanno bisogno di essere simili quanto a personalità, dando credito alle commedie cinematografiche in cui il protagonista carismatico ha un amico timido e impacciato. Mezzo secolo fa, i ricercatori hanno proposto la “teoria della prossimità” dell’amicizia, secondo cui abbiamo più probabilità di fare amicizia con persone che vivono geograficamente vicino a noi o che incrociano spesso sul nostro cammino, perché vanno nella nostra stessa scuola, ufficio o ristorante preferito. La prossimità è il fattore che, banalmente, consente le più facili occasioni di incontro e dunque di condivisione. Ma anche la familiarità ha un importante ruolo. Si chiama “effetto della mera esposizione” ed è stato ampliamente documentato: vedere qualcuno più e più volte farà sì che quel qualcuno ci piaccia.


4) Siate pazienti

La verità è questa: se non siete disposti ad annoiarvi ogni tanto, non potete avere amici. A volte gli amici vi coinvolgeranno in conversazioni sui loro familiari o su altre questioni di cui non vi interessa veramente nulla. Fa parte del gioco: non possiamo sempre pretendere che gli amici siano lì per intrattenerci, né possiamo aspettarci di sentirci come se il rapporto fosse al 100% reciproco. Per questo, se vogliamo avere amici (e ora sappiamo quanto questo sia importante per ciascuno di noi), potremmo trovarci nella situazione di invitare qualcuno a cena a casa nostra per 10 volte senza aver mai visto casa sua….


5) Siate flessibili

Avere abilità sociali significa adattarsi alle richieste dell’ambiente, evitando di continuare ostinatamente ad “essere chi siamo”. Per capire meglio questo concetto, possiamo pensare ad alcuni bambini che, nonostante l’età precoce, brillano naturalmente per competenze sociali. Come fanno? Questi bambini si comportano spontaneamente in modo diverso a seconda degli ambienti con cui hanno a che fare. Sono in grado di animare con giochi e passi di danza la propria festa di compleanno, in mezzo ai loro parenti adoranti, ma sanno fare anche un passo indietro quando necessario, ad esempio permettendo ad un amichetto di occupare la scena quando la festa di compleanno è la sua. Ciò significa essere sensibili e reattivi agli stimoli sociali.

Insomma, questa sembra essere davvero la chiave dell’amicizia: sostenere la visione che l’altra persona ha di se stessa. Infatti…


6) Supportate la visione che il vostro migliore amico ha di sé

I migliori amici non devono condividere aspetti identitari, piuttosto devono supportare la visione che l’altro ha di se stesso.

Il supporto di identità sociale ricevuto non prediceva se le amicizie in generale fossero continuate, ma prediceva la possibilità di essere diventati migliori amici. Parte del mantenere una stretta amicizia, sta nel sostenere l’identità di qualcuno, che inevitabilmente cambia nel corso nel tempo. Quindi: siate fan dei vostri più cari amici.


Cosa succede nel cervello: la firma neuronale


Un gruppo di ricercatori dell’Università della California ha svolto un’interessante ricerca di psicologia dell’amicizia, dimostrando che esiste una cosiddetta “firma neuronale” che permette l’instaurarsi di una relazione amicale tra due o più persone.

Nello studio, i ricercatori hanno coinvolto vari studenti universitari. Non svelando il reale scopo della ricerca, hanno, dapprima, chiesto con chi gli stessi studenti avevano intessuto relazioni amicali all’interno della loro classe. In seguito, hanno mostrato a ognuno di loro dei filmati riportanti scene di vita reale, commedie e documentari. Con il monitoraggio dell’attività cerebrale degli studenti, che dovevano esprimere un giudizio sui video, si è visto che le persone in amicizia avevano un’attività cerebrale molto simile nel momento in cui esprimevano la valutazione.

In altre parole, l’amicizia si crea laddove esistono delle firme neuronali e biologiche preesistenti, inerenti opinioni, interessi e valori.

I cervelli degli amici, quindi, si somigliano e si sviluppano allo stesso modo, nel tempo, pur rimanendo tra loro diversi. Se tale presupposto neuronale non c’è, è probabile che un’amicizia, laddove inizi, sarà di breve durata.

Un po’ come le due mele rosse e gialle, fatte della stessa sostanza e aventi la stessa forma, ma mai perfettamente compatibili.

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